giovedì 26 gennaio 2012

Lady Godiva

Lady Godiva, o Godgifu (990 – 10 settembre 1067), era una nobildonna anglosassone d'Inghilterra, moglie del conte Leofrico di Coventry (Inghilterra).

Secondo la tradizione popolare, la bella Lady Godiva prese le parti della popolazione di Coventry, che stava soffrendo per le tasse oppressive imposte da suo marito. Lady Godiva gli chiese più volte di toglierle, ma il marito rifiutò sempre.
Stanco delle sue suppliche, le disse che avrebbe dato ascolto alla sua richiesta solo se avesse cavalcato nuda nelle vie della città. Lady Godiva lo prese alla lettera e, dopo la pubblicazione del proclama dove si raccomandava a tutte le persone di mantenere chiuse porte e finestre, cavalcò in Coventry, coperta soltanto dai suoi lunghi capelli.
Soltanto una persona nella città, un sarto poi conosciuto come Peeping Tom, disobbedì al proclama.Nella storia, Tom fece un foro in una persiana per poter vedere il passaggio di Godiva e rimase cieco. Alla fine, il marito di Godiva mantenne la sua parola e abolì le tasse onerose.


Una versione ancora più antica della leggenda racconta che Godiva attraversò il mercato di Coventry da un'estremità all'altra, mentre la gente era riunita, scortata solo da due cavalieri. Questa versione è fornita nella Flores Historiarum da Roger di Wendover, un collezionista di aneddoti (morto nel 1236).


La storia successiva, quella con il relativo episodio che riguarda Peeping Tom, comparve per la prima volta nelle cronache attorno al XVII secolo. A quel tempo, i penitenti erano soliti fare una processione pubblica soltanto con un piccolo indumento bianco simile a un odierno slip, che era certamente considerato biancheria intima. Quindi, alcuni studiosi ipotizzano che Godiva abbia realmente attraversato la città, come una penitente. La storia di Godiva passò poi nel folklore popolare e venne romanzata.


C'è anche un'altra teoria secondo cui la "nudità" di Lady Godiva potrebbe invece riferirsi al fatto che cavalcò per le strade senza i suoi gioielli, segno distintivo della sua appartenenza alla nobiltà. Resta comunque forte il dubbio se la famosa cavalcata sia un fatto storicamente accaduto.


Come la storia di Peeping Tom, anche il particolare che solo i lunghi capelli di Godiva avessero nascosto la sua nudità sarebbe un'aggiunta successiva (confrontare la fiaba di Raperonzolo). Anche altri elementi della storia hanno alcuni elementi in comune con il mito, la leggenda e le fiabe. Ad esempio, la storia di Peeping Tom che diventa cieco richiama i motivi del mistero violato e della punizione dell'intruso presenti in miti come quello di Diana e Atteone.

Sacajawea

Sacajawea (1788 – 20 dicembre 1812) fu una donna nativa americana della tribù dei Shoshoni. Accompagnò Meriwether Lewis e William Clark durante l'omonima spedizione atta ad esplorare l'America nord-occidentale. Viaggiò per migliaia di chilometri dal Dakota del Nord fino alla costa pacifica dell'Oregon tra il 1804 ed il 1806 e Clark la soprannominò "Janey".
Poche sono le fonti storiche riguardo a Sacajawea, ma si guadagnò un posto importante nelle cronache di Clark e Lewis e nell'immaginario americano. Agli inizi del XX secolo il National American Woman Suffrage Association (associazione femminista) la assunse a simbolo dell'indipendenza delle donne, erigendo a suo onore numerose statue e targhe.


La Gioventù
Sacajawea nacque nella tribù Agaidika ("mangiatori di salmoni" nell'idioma indigeno) dei Shoshoni i quali vivevano tra i torrenti Kenney e Agency, vicino a quella che oggi è Tendoy, in Idaho. Quando raggiunse i dodici anni venne rapita assieme ad altre ragazze da un gruppo degli Hidatsa durante una battaglia che vide la morte di quattro uomini, quattro donne e molti giovani dei Shoshoni. Sacajawea in seguito fu trasferita in un villaggio Hidatsa presso l'odierna Washburn, in Dakota del Nord.
All'età di tredici anni divenne la moglie di Toussaint Charbonneau, un commerciante di pelli francese che viveva nel villaggio, il quale già aveva un'altra moglie di nome Otter Woman. Si pensa che Charbonneau abbia comprato entrambe le "mogli" dalla tribù oppure che abbia vinto Sacajawea al gioco.


La spedizione 
Sacajawea rimase incinta nel periodo in cui il "Corpo di Esplorazione" arrivò nelle vicinanze del villaggio Hidatsa per passare il loro inverno a cavallo tra gli anni 1804 e 1805. In quel luogo i capitani Lewis e Clark costruirono il forte Mandan e si informarono tra i vari commercianti se ve ne fosse stato qualcuno in grado di aiutarli da lì in avanti con delle traduzioni fungendo da interprete. I due esploratori convennero per reclutare Charbonneau ed in seguito scoprirono che sua moglie era in grado inoltre di parlare la lingua Shoshoni. Ben presto capirono che avrebbero avuto bisogno di questa coppia per raggiungere la sorgente del Missouri. Il 4 novembre 1804 Lewis registrò nel suo diario di viaggio:
« Un francese di nome Chabonah, che parla la lingua Big Belley, ci è venuto a trovare, desidererebbe essere ingaggiato e ci ha fatto sapere che ha due donne con sé che sono indiane snake, lo abbiamo ingaggiato ed abbiamo portato con noi una delle sue mogli come interprete... »
(Meriwether Lewis)
Una settimana dopo Sacajawea e Charbonneau entrarono stabilmente nel forte e Lewis stesso poté assistere al parto di Jean-Baptiste l'11 febbraio 1805. Clark e gli altri soprannominarono il neonato "little pomp" o "pompy" col significato di "primogenito". In aprile il corpo di spedizione lasciò il forte ed iniziò la risalita del fiume Missouri tramite piroghe.
Il 14 maggio 1805 Sacajawea riuscì nell'impresa di recuperare degli oggetti che erano caduti in acqua dopo il rovesciamento di una barca tra i quali vi erano anche il diario ed i rapporti dei due capitani. Questi ultimi elogiarono particolarmente l'avvenimento e nominarono il corso d'acqua "fiume Sacagawea" in suo onore.
Nell'agosto 1805 incontrarono una tribù Shoshoni e tentarono di proporre degli scambi per ottenere dei cavalli per poter attraversare i passi tra le Montagne Rocciose. Sacajawea, che in quell'occasione si rivelò essere la sorella del capo-tribù di nome Cameahwait, si fece avanti nel ruolo di traduttrice. La registrazione di Lewis attesta:
« poco dopo l'arrivo del Cap. Clark con l'interprete Charbono, e la donna indiana, la quale si dimostrò essere la sorella del capo Cameahwait, i rapporti con questa gente diventarono veramente affettuosi, in particolare tra Sah-car-we-ah ed una donna indiana che era stata fatta prigioniera con lei ed in seguito, scappata dai Minnetares, e si era riunita con il suo popolo... »
(Meriwether Lewis)
Il 20 novembre, nel momento in cui erano ormai prossimi alla foce del fiume Columbia, Sacajawea si privò della sua cintura per permettere ai capitani di poter trattare l'acquisto di una pelliccia che avrebbe dovuto essere un regalo per il presidente Jefferson.
In gennaio, quando l'oceano Pacifico era stato raggiunto e la truppa stava svernando a forte Clatsop, una carcassa di balena si arenò sulla spiaggia e Sacajawea insistette in maniera ostinata per poter vedere quella che per lei era una grande meraviglia. Durante il viaggio di ritorno consigliò inoltre a Clark di passare le Montagne Rocciose in quello che oggi è noto come passo Bozeman, in seguito scelto anche dalla "Northern Pacific Railway" (Ferrovia del Nord Pacifico) come passaggio opzionale per attraversare la suddetta catena montuosa.


Malattia e morte
Charbonneau e Sacajawea dopo la spedizione passarono 3 anni tra gli Hidatsa prima di accettare l'invito di Clark e di stabilirsi a St. Louis nel 1809. La coppia affidò l'educazione di Jean-Baptiste a Clark il quale lo iscrisse alla Saint Louis Academy. Poco dopo il 1810 (non si conosce la data precisa) Sacajawea diede alla luce sua figlia Lisette.
Secondo dei documenti storici Sacajawea morì nel 1812 di una malattia sconosciuta. Un rapporto di Henry Brackenridge, un commerciante di pelli, stabilisce che sia Sacajawea che suo marito vivevano a forte Manuel Lisa sul fiume Missouri nel 1811. Egli scrisse anche che Sacajawea "si era ammalata e desiderava rivedere la sua terra natale". L'anno seguente un altro rapporto, redatto dal prete John Luttig, testimonia che "la moglie di Charbonneau, una snake squaw (il termine usato per definire gli indiani Shoshoni), morì di febbre all'età di circa 25 anni lasciando una piccola figlia".
Pochi mesi dopo il forte Lisa subì un attacco da parte dei nativi e quindici uomini persero la vita. John Luttig e la piccola Lisette sopravvissero mentre si pensa che Touissant Charbonneau fu ucciso in quest'occasione. Il fatto che tra i documenti di Clark non vi sia nessun riferimento a Lisette lascia presumere che quest'ultima non sia sopravvissuta oltre l'infanzia.


Mito e leggenda


Le notizie storiche affidabili riguardanti Sacajawea sono veramente limitate. La sua partecipazione alla spedizione e la carenza di registrazioni ufficiali che la riguardano hanno portato alla creazione di un mito.
Secondo alcune storie tramandate oralmente dai nativi americani si dice che Sacajawea anziché morire nel 1812 lasciò il marito e si imbatté in una tribù nelle Grandi Pianure durante il tragitto per il ritorno alla sua terra. Qui si sposò e lasciò in seguito la tribù, dopo l'uccisione del marito, per proseguire il suo ritorno verso i Lehmi Shoshoni nel Wyoming.
Una donna Shoshoni di nome Porivo (donna-capo) morì nella riserva indiana di Wind River nel Wyoming, il 9 aprile 1884. Il reverendo che officiò al suo funerale comunicò dopo le esequie che la donna in questione era la nota Sacajawea.
Nel 1925 un medico Sioux, il dottor Charles Eastman, venne incaricato dall'Ufficio degli Affari Indiani di localizzare i resti di Sacajawea. Eastman fece visita a varie tribù indiane interrogandole su chi avesse avuto notizie di Sacajawea. Nella ricerca tralasciò comunque la tribù dove Sacajawea passò l'infanzia, gli Agaidika, e quella dove morì Porivo, la donna indiana creduta Sacajawea. La sua conclusione fu che l'ipotesi relativa a Porivo fosse veritiera. Nel 1963 nella riserva indiana vicino a Lander, nel Wyoming, venne eretto un monumento a "Sacajawea degli Shoshoni" sulla base di questa affermazione.
La credenza che Sacajawea sia arrivata fino all'anzianità è stata largamente diffusa negli Stati Uniti dal romanzo "Sacagawea" scritto da Grace Hebard nel 1933. Questo caso fu affrontato anche cinquant'anni dopo nel 1984, in un altro romanzo intitolato "Sacajawea", da Anna Lee Waldo. La differenza tra i due romanzi sta nel fatto che la Waldo era a conoscenza delle ricerche scientifiche del 1812 che supportavano la morte della protagonista intorno ai 25 anni, ma la scrittrice scelse volontariamente la strada del mito.
Alcune "invenzioni" riguardo alla spedizione vorrebbero Sacajawea coinvolta sentimentalmente con i capitani Lewis e Clark. I diari mostrano in effetti che Sacajawea era molto legata a Clark e spesso gli faceva dei favori, ma l'esasperazione verso un rapporto sentimentale fa parte dei romanzieri che hanno scritto in periodo molto distante da quello della spedizione. La storia del viaggio inoltre è rappresentata nel film western "I due capitani" del 1955.


La moneta da un dollaro d'oro, disegnata da Glenna Goodacre.


fonti: wikipedia 
info in piu: http://myhero.com/go/hero.asp?hero=sacajawea