venerdì 31 agosto 2012

Modern Witch League 5#: Alfabeto di strega:



C - come Caduceo



Etimologia
Un caduceo (pronuncia caducèo, meno comune cadùceo) (kerykeion in Greco) è un bastone con due serpenti attorcigliati intorno a esso (per l'esattezza la tradizione vuole che si tratti di Zamenis longissimus detto anche colubro di Asclepio o saettone). La parola italiana deriva dal latino caduceus che, come detto, riprende il greco antico karykaion, aggettivo di karix (o keerix), traducibile come araldo.
Il termine presenta una medesima etimologia ed è identico, salvo adattamenti grafici e fonetici, sia in francese, inglese e spagnolo, mentre la forma tedesca heroldstab traduce l'espressione bastone dell'araldo.
Il caduceo era un simbolo del commercio ed è associato con il dio greco Hermes (o Ermete) -Mercurio). Ordinariamente era un bastone di araldo, a volte con ali, con due nastri bianchi attaccati. I nastri col tempo diventarono serpenti in forma di otto.
Attualmente è spesso utilizzato scambievolmente con il bastone di Asclepio, associando il caduceo con la medicina, specialmente negli Stati Uniti. Storicamente i due simboli ebbero significati distinti. Il simbolo è inoltre usato in Italia come emblema dell'Ordine deiFarmacisti.

Storia
L’origine del misterioso e affascinante caduceo o bastone alato si perde nella notte dei tempi; è infatti uno dei simboli più antichi nella storia dell’umanità, comune a civiltà diverse.

Come si è pervenuti a considerarlo il simbolo della scienza medica? Per rispondere a questa domanda è necessaria una disamina attraverso miti, credenze e religioni dei tempi passati.

Il caduceo è costituito da un bastone dotato di due ali, simboleggianti il primato dell’intelligenza che si pone al di sopra della materia per poterla dominare per mezzo dell’intelligenza, e di due rettili che si accoppiano, simbolo della polarità del bene e del male tenuta in equilibrio dal dio che ne controlla la forza, attorcigliati in senso inverso fino alla sommità e posti l’uno di fronte all’altro. In questo intreccio il serpente maschio, di ascendenza solare, è posto a destra, mentre quello femmina, di ascendenza lunare, è posto a sinistra.

Astronomicamente, la testa e la coda dei due rettili rappresentano i punti dell’eclittica in cui il Sole e la Luna si incontrano, quasi in un abbraccio.

Metafisicamente, rappresenta la discesa della materia primordiale nella materia grossolana.

Fisiologicamente, rappresenta le correnti vitali che scorrono nel corpo umano.

Riferito all’Universo, indica la capacità di dominare il caos e di porre ordine in esso, creando armonia tra le diverse tendenze che ruotano intorno all’asse del mondo.

Riferito al corpo umano, indica il potere taumaturgico di colui che è in grado di portare armonia in un organismo malato.

Il caduceo indica pure la capacità di conciliare tra loro gli opposti, creando armonia tra elementi diversi come l’acqua, il fuoco, la terra e l’aria. Per questo motivo ricorre frequentemente anche in alchimia, quale indicazione della sintesi di zolfo e mercurio, oltre che nel simbolismo della farmacopea.

Il reperto archeologico più antico nel quale è raffigurato un caduceo è una coppa appartenuta al re mesopotamico Guda sovrano della città di Lagash. Lo si è inoltre trovato su tavolette indiane della civiltà vedica, sui monumenti egiziani (spesso il dio dei morti Anubi è raffigurato con in mano un caduceo), nella mitologia babilonese associato al dio Mingzida, nei templi greci e romani.

A che cosa è dovuta la presenza dei serpenti sul caduceo? Gli antichi, secondo Plinio, attribuivano al serpente intelligenza e sentimenti particolari e furono grandemente impressionati dalla sua vita misteriosa e sotterranea, dalla sua capacità di secernere veleni mortali e dalla sua velocità, pur essendo privo di arti. Al serpente fu anche attribuito il simbolo di potenza: lo si trova infatti sulla corona dei faraoni d’Egitto.

Il termine caduceo deriva dal greco Karkeion (araldo, messaggero) e rappresentava per l’appunto il simbolo di Ermes o Mercurio,messaggero degli dei, che lo esibiva come simbolo per dirimere le liti. Era infatti portato dagli araldi e dagli ambasciatori come simbolo della loro funzione e come emblema della loro inviolabilità personale. Ma prima che a Mercurio, il magico bastone venne attribuito come emblema a Ermete Trismegisto, mitico progenitore dell’arte magica tradizionale, intesa come sintesi del sapere universale in ogni sua applicazione: medicina, legge morale, filosofia, religione, scienze naturali, matematica, etc. Il mito di Ermete risale alla più remota civiltà egizia, ripreso poi dalla mitologia greca che ne trasse il dio Hermes poi divenuto Mercurio con i Romani.

Secondo Virgilio (IV libro dell’Eneide) Apollo donò il caduceo ad Hermes, in cambio della lira; Apollo spesso è però raffigurato con il serpente ed il dio era considerato il padre di Asclepio (Esculapio presso i Romani) dio della Medicina, e di Igea, dea della salute.

Per quale motivo Asclepio dei Greci ed Esculapio dei Romani vengono sempre rappresentati con il serpente, quasi confondendosi a volte con esso? Secondo taluni, il serpente sacro ad Esculapio sta a significare che i malati per guarire debbono costruirsi un corpo nuovo, ossia lasciare l’antica pelle come fanno i rettili ad ogni muta. Altri, pur ammettendo l’idea del ringiovanimento, affermano che gli antichi nutrivano una grande considerazione per il serpente soprattutto per l’acuzie della sua vista e per la sua attenzione, prerogativa richiesta ed indispensabile ai medici. Altri ancora ne esaltano la vigilanza, che deve essere la qualità precipua del medico.

Infatti il caduceo ebbe una valenza medica oltre che morale, rappresentando la salute fisica della persona e al tempo stesso la condotta onesta di chi pratica la nobile arte della medicina.

In conclusione, il caduceo simboleggia l’enigma della complessità umana e delle sue infinite possibilità di sviluppo ed è universalmente riconosciuto come emblema della medicina. Con Asclepio l’antica verga diventa scettro di dominio sulla natura, consentendo all’operatore di utilizzarla per guarire i malati. Ciò che vi è di negativo nelle cose terrene diventa positivo grazie al caduceo ed alla lotta dei due serpenti che si fronteggiano; sostanze originariamente prive di significato diventano salvifiche, tramutandosi in rimedio grazie alla scienza del medico.

E’ il trionfo dell’arte medica, attraverso la quale si compie il recupero delle forze vitali grazie ai segreti conosciuti dal detentore del caduceo.

Fonti:

Etimologia tramite wikipedia
e info storiche di Achille Giachino

sabato 25 agosto 2012

Modern Witch League 5#: Alfabeto di strega: B - come Brighid




                                           BRIGHID


Sono Colei
che è è la madre
naturale di tutte le cose,
maestra e governatrice
di tutti gli elementi,
la progenie iniziale dei mondi,
il capo dei poteri divini,
Regina dei tutti coloro che sono nell'aldilà,
la più importante di coloro
che abitano sopra,
manifestazione da sola
e sotto una sola forma
di tutti gli Dei e di tutte le Dee.

Lucius Apuleius

Altri nomi: Breo Saighead, Brid, Brighid [Irlanda], Brigindo, Brigandu [Gallia], Brigan, Brigantia, Brigantis [Britannia], Bride [Alba]. Breo Saighead, o " la freccia ardente o la potenza"



Essendo una delle dee più complesse e più contradittorie del pantheon celtico, Brigid può essere vista come la figura religiosa più potente in tutta la storia irlandese. Molti strati di tradizioni separate si sono incrociati, creando la sua storia, sicuramente complessa, che ha attraversato i secoli. È riuscita a passare intatta attraverso le generazioni, ricoprendo ruoli differenti nei diversi periodi.

Era e continua ad essere una dea dai molti nomi: Bride, Bridey, Brighid, Brigit, Briggidda, Brigantia. Ci sono inoltre molte variazioni sulla pronuncia, una possibile è “Breet”.

Brigid è la patrona tradizionale dei guaritori, della poesia e dei fabbri, che sono tutte opere di saggezza pratica ed ispirata. Poichè è una divinità solare i suoi attributi sono la luce, l'ispirazione e tutte le attività associate con il fuoco. Anche se non potrebbe essere identificata con il sole fisico, è certamente l’origine dell’energia guaritiva e vitale interiore.

Il suo nome deriva dalla radice "breo" (fuoco): il fuoco della fucina si univa a quello dell'ispirazione artistica e dell'energia guaritrice. Brigit, figlia del Grande Dio Dagda e controparte celtica di Athena-Minerva, è la conservatrice della tradizione, perché per gli antichi Celti la poesia era un'arte sacra che trascendeva la semplice composizione di versi e diventava magia, rito, personificazione della memoria ancestrale delle popolazioni.

Sotto l'egida di Brigit erano anche i misteri druidici della guarigione, e di questo sono testimonianza le numerose "sorgenti di Brigit". Diffuse un pò ovunque nelle Isole Britanniche, alcune di esse hanno preservato fino ad oggi numerose tradizioni circa le loro qualità guaritrici. Ancora oggi, ai rami degli alberi che sorgono nelIe loro vicinanze, i contadini appendono strisce di stoffa o nastri a indicare le malattie da cui vogliono essere guariti.

Sacri a Brigit erano la ruota del filatoio, la coppa e lo specchio. Lo specchio è strumento di divinazione e simboleggia l'immagine dell’Altro Mondo cui hanno accesso eroi e iniziati. La ruota del filatoio è il centro ruotante del cosmo, il volgere delIa Ruota dell'Anno e anche la ruota che fila i fili delle nostre vite. La coppa è il grembo delIa Dea da cui tutte le cose nascono.

Excalibur, la spada di re Artù, è stata forgiata dalla Signora del Lago, una figura a volte associata a Brighid a causa della sua funzione di forgiatrice e del fuoco. Come l'Avalon Arturiano, o "l'isola delle mele", Brigid possedeva un meleto nell' aldilà a cui le api viaggiavano per ottenere del nettare magico.

Brigid, che significa "colei che esalta se stessa," è dea della fiamma sacra del Kildare (derivato da "Cill Dara," che significa "la chiesa della quercia") e spesso è considerata come la funzione nubile bianca della dea triplice. Gailleach, o la bianca signora, all' alba bevve dall' antico pozzo della gioventù. In quell'istante, fu trasformata nella sua funzione nubile, la giovane dea chiamata Brigid.
Fu Cristianizzata come "la balia" di Gesù Cristo e chiamata Santa Brigitta, la figlia del druido Dougal il Bruno.
A volte egualmente è associata con la dea Romano-Celtica di Aquae-Sulis [l'attuale Bath].

Uno dei suoi nomi più antichi è Breo-saighead che significa la freccia ardente ed in quel nome vi sono gli attributo di punizione e giustizia divina.

Tre fiumi sono chiamati come la Dea - Brigit, Braint e Brent in Irlanda, nel Galles ed in Inghilterra, rispettivamente. In Gran-Bretagna moderna oggi è indicata come la guerriera-nubile Brigantia e venerata non soltanto come giustizia ed autorità, ma anche come il personificazione della Gran-Bretagna.

C’è una storia, proveniente dal dodicesimo secolo, in cui Merlino è ispirato da una figura femminile che rappresenta la sovranità della terra della Gran-Bretagna. È causa delle sue visioni sulla storia britannica. Taliesin inoltre descrive un cosmologia tradizionale, ispirato da Brigantia.
In molte storie c’è un riferimento alla sua cura per lo sviluppo di potenziale umano.

Viene associata con la mucca, cui si riferisce al festival di Imbolc. In questa celebrazione, che è dedicata completamente a lei, sono presenti 'la luce dei fuochi, la purificazione con l'acqua di pozzo e l'iniziare un nuovo anno. L'importanza di Imbolc è così profonda che merita un discorso a parte.

Oltre che ai suoi animali totemici la mucca e la pecora, Brigid viene associata con il gallo, annunciatore dell’inizio di una nuova giornata e il serpente, simbolo di rigenerazione. In molte culture il serpente o drago è simbolo dello spirito della terra e delle forze naturali di crescita, decadimento e rinnovamento. In questo modo Brigid si collega alle dee di fertilità, molte delle quali vengono raffigurate con i serpenti. I serpenti sono anche un tema comune nei monili celtici (un altro prodotto della forgia).


Preghiera per Brigantia

Brigit sei Dea della Pace
porti armonia dove c'è conflitto
porti luce dove c'è buio
porti speranza dove c'è disperazione
possa il tuo mantello coprire coloro che soffrono
e possa la pace finalmente colmare i nostri cuori
e abbracciare il mondo.
Insegnaci ad agire con correttezza
e a rispettare l'intero creato.


La storia di Brigid inizia in una triade di sorelle, cosa non insolita nel mondo celtico. È la figlia di Dagda e della Morrighan e sorella di Ogma, dio del sole e del creatore Ogham.
Ha avuta tre figli - Brian (Ruadan), Iuchar ed Uar - e le imprese di Brian nella battaglia di Moytura svolgonoun ruolo importante nel suo sviluppo come Dea di pace e unità. Bisogna considerare che per i celti la discendenza era strettamente matri-lineare e che la maternità era tenuta nel massimo rispetto.

Poesia e guarigione rappresentano la classe sacerdotale, gli artigiano la classe produttiva e come patrona dei guerrieri la forza.
In considerazione di ciò, Brigit era patrona di ostetriche e levatrici, delle partorienti, umane e nimali, quindi anche degli animali stessi, patrona dei fabbri, degli artigiani, del focolare, della filatura e della tessitura, della poesia e della medicina, non che della divinazione.
Le donne andavano alle fonti sacre portando delle offerte affinchè potessero rimanere gravide, per poi invocarla al momento del parto affinchè potesse essere senza complicazioni.
Per sottolineare ulteriormente la sua triplice divinità, i celti erano in uso chiamarla madre, moglie e sorella di tutti, uomini e Dei compresi.
Ovviamente una Dea dal triplice aspetto non poteva non avere tre figli, avuti dall'unione con Tuireann; Bran, Iuchar e Iucharba; che per gli irlandesi sono i tre Dei di Dana, altro espilicito esempio che Brigid è una Dea madre equivalente proprio a Dana.
La sua poliedricità emerge in alcune credenze irlandesi in cui la Brigit aveva il volto diviso in due metà, uno bellissimo e uno orrendo, in grado di scacciare o provocare malattie.
A lei si attribuisce l'invenzione del fischio, utilizzato per chiamare i suoi amici e del lamento, utilizzato per la prima volta da lei per la morte di suo figlio Ruadan.
La festa a lei dedicata è Imbolc che convenzionalmente cade il 1° Febbraio; è una delle quattro feste principali dei celti, detta anche festa dei fuochi per la consuetudine di accendere grandi falò in tali occasioni.
Imbolc è anche detta festa della luce, in quanto segna proprio il ritorno alla luce dopo il buio ed il freddo invernale, la natura in questo periodo incomincia a risvegliarsi.
E' anche la festa del latte in quanto il bestiame incomincia a produrlo, questo è dovuto al fatto che in questo periodo vengono alla luce i cuccioli.
Nel periodo della festa di Imbolc nascono anche i bambini concepiti durante la festa di Beltane; il che rende chiaro del perchè Brigit sia patrona delle nascite.
Brigit, come abbiamo detto, è legata anche alla guarigione, non per niente a lei sono state dedicate parecchie fonti sacre taumaturgiche e questo suo legame sia con l'elemento acqua che con l'elemento fuoco, inteso non solo quello fisico ma anche il fuoco della vita e dell'ispirazione; fa di Imbolc una festa di purificazione.
Molti luoghi a lei sono stati dedicati , citiamo solo la località italiana più famosa; ovvero la Brianza, il cui nome deriva proprio da Brigantia, in cui il suffisso brig significa altura e la brianza è collinare.Va specificato che con il termine altezza non si intende solo il significato letterario e fisico, ma anche l'energia che dalla terra si concentra ed esplode verso l'alto.

Cristianizzata come Santa Bridget o Bride, come viene chiamata familiarmente in gaelico, essa venne ritenuta la miracolosa levatrice o madre adottiva di Gesù Cristo e la sua festa si celebra appunto il 1° febbraio, Giorno di Santa Bridget o La Fheile Brfd. Riguardo questa santa, di cui è tanto dubbia l'esistenza storica quanto certa la sua derivazione pagana, si diceva che avesse il potere di moltiplicare cibi e bevande per nutrire i poveri, potendo trasformare in birra perfino l'acqua in cui si lavava! A Santa Bridget fu consacrato il monastero irlandese di Kildare, dove un fuoco in suo onore era mantenuto perpetuamente acceso da diciannove monache. Ogni suora a turno vegliava sul fuoco per un'intera giornata di un ciclo di venti giorni; quando giungeva il turno della diciannovesima suora ella doveva pronunciare la formula rituale: "Bridget proteggi il tuo fuoco. Questa è la tua notte". Il ventesimo giorno si diceva fosse la stessa Bridget a tenere miracolosamente acceso il fuoco. II numero diciannove richiama il ciclo lunare metonico che si ripete identico ogni diciannove anni solari. Inutile ricordare come questa usanza ricordasse il collegio delle Vestali che tenevano sempre acceso il sacro fuoco di vesta nell'antica Roma, ma più probabilmente la devozione delle suore di Kildare si ricollega alle Galliceniae, una leggendaria sorellanza di druidesse che sorvegliavano gelosamente il loro recinto sacro dall'intrusione degli uomini e i cui riti furono mantenuti attraverso molte generazioni. Allo stesso modo, nel monastero di Kildare solo alle donne era concesso di entrare nel recinto dove bruciava il fuoco, che veniva tenuto acceso con mantici, come ricorda Geraldodi Cambria nel XII secolo. II fuoco bruciò ininterrottamente dal tempo della leggendaria fondazione del santuario, nel VI secolo fino al regno di Enrico VIII, quando la Riforma protestante pose fine a questa devozione più pagana che cattolica.


                                                                 La croce di Brigid



In Irlanda, si preparano con giunchi e rametti le cosiddette croci di Brigit, a quattro bracci uguali racchiusi in un cerchio, cioè la figura della ruota solare (che è simbolo appropriato per una divinità del fuoco e della luce); lo stesso giorno vengono bruciate le croci preparate l’anno prima e conservate fino ad allora.La fabbricazione delle croci di Brigit deriva forse da un’antica usanza precristiana collegata alla preparazione dei semi di grano per la semina.

Questi oggetti simbolici, confezionati con materiale vegetale, ci ricordano tra l’altro che la luce ed il calore sono indispensabili alla vegetazione che si rinnova in continuazione, anno dopo anno. Le spighe di avena (o grano, orzo, ecc.) usate per fabbricare le bambole di Brigit, provengono dall’ultimo covone del raccolto dell’anno precedente. Questo ultimo covone, in molte tradizioni europee è chiamato la Madre del Grano (o dell’Orzo, dell’Avena, ecc.) e la bambola propiziatoria confezionata con le sue spighe è la Fanciulla del Grano (o dell’Orzo, dell’Avena, ecc.).Si credeva cioè che lo spirito del cereale o la stessa Dea del Grano risiedesse nell’ultimo covone mietuto: come le spighe del vecchio raccolto sono il seme di quello successivo, così la vecchia divinità dell’autunno e dell’inverno si trasformava nella giovane Dea della primavera, in quella infinita catena di immortalità che è il ciclo di nascita, morte e rinascita. E Brigit rappresenta appunto la giovane Dea della primavera.


Una leggenda

Un antico codice irlandese, il Libro di Lisrnore, riporta una curiosa leggenda. Si narra che a Roma i ragazzi usavano giocare ad un gioco da tavolo in cui una vecchia megera liberava un drago mentre dall’altra parte una giovane fanciulla lasciava libero un agnello che sconfiggeva il drago. La megera allora scagliava un leone contro la fanciulla, la quale però provocava a sua volta una grandine che abbatteva il leone. Papa Bonifacio, dopo aver interrogato i ragazzi e aver saputo che il gioco era stato insegnato loro dalla Sibilla, lo proibì.
La megera non è altro che la Vecchia Dea dell’Inverno sconfitta dalla Giovane Dea della Primavera. Essendo questa leggenda stata raccolta in un ambito culturale celtico, si può supporre che la Vecchia altri non era che la Cailleach a cui si contrappone Brigit. Il riferimento all’agnello è un altro simbolo del periodo di Imbolc, anche se i commentatori medievali lo considerarono l’emblema di Gesù Cristo.
In realtà è la Vecchia Dea che si rinnova trasformandosi in Giovane Dea, così come il Vecchio Grano diviene il nuovo raccolto. I Carmina Gadelica, una raccolta di miti, proverbi e poemi gaelici di Scozia, raccolti e trascritti alla fine dell’800 dal folklorista scozzese Alexander Carmichael, riportano la seguente filastrocca:

“La mattina del Giorno di Bride
Il serpente uscirà fuori dalla tana
Non molesterò il serpente
Né il serpente molesterà me”

Il serpente appare come uno degli animali-totem di Brigit. In molte culture il serpente o drago è simbolo dello spirito della terra e delle forze naturali di crescita, decadimento e rinnovamento. Nel giorno di Bride il serpente si risveglia dal suo sonno invernale e i contadini ne traevano il presagio della fine imminente della cattiva stagione. Il serpente è uno dei molti aspetti dell’antica Dea della terra: la muta della sua pelle simboleggia il rinnovamento della Natura e anche la sua dualità Infatti in gaelico “neamh” (cielo) è simile a “naimh” (veleno), provenendo entrambi dalla radice “nem”. La Vecchia Dea e la Giovane Dea sono la stessa persona! (nelle fiabe l’eroe che coraggiosamente bacia una vecchia megera si ritrova di fronte una bellissima fanciulla...)


Fonti:
Roberto Fattore. Feste Pagane
Mikayla ap Ruis
www.brigitsforge.co.uk
e Altri miei Appunti

doc di Daphne





venerdì 17 agosto 2012

Modern Witch League 5#: Alfabeto di strega: A - come Ametista



AMETISTA

Classe minerale: ossidi, gruppo dei quarzi
Formula chimica: SiO2 + (Al, Fe, Ca, Mg, Li, Na)
Sistema cristallino: trigonale
Processo litogenetico: primario
Colore: violetto


La pietra dell’anima

Può essere definita così in quanto è considerata una pietra molto spirituale. Potrebbe essere la prima pietra da usare per iniziare a contattare i cristalli, in alternativa al Cristallo di Rocca.
Nei suoi scritti Santa Ildegarda la consiglia per la purificazione della pelle del viso(che andrebbe lavato con acqua in cui è stata immersa la pietra), per curarsi dal morso dei ragni e per proteggersi da quello dei serpenti.

È una tra le più importanti pietre che vengono usate, utilissima per la protezione da energie dissonanti a qualsiasi livello.
Lavora sul 6°chakra ed è abbinata, per eccellenza, a questo centro energetico.
Schiarisce la mente, la purifica e la porta ad alti livelli di consapevolezza. Aumenta le facoltà medianiche e favorisce il risveglio spirituale, stimolando la percezione dell’energia cosmica e dell’amore universale.
Secondo la tradizione popolare è utile a chi ha subito la perdita di persone amate, aiutando a comprendere l’esistenza di un mondo soprannaturale e di un ordine superiore. In questo caso è bene usarla abbinata al Quarzo rosa, per produrre effetti positivi sia sul piano mentale che su quello emotivo.
Favorisce l’intuizione e l’ispirazione, e il suo colore violetto le conferisce potenti poteri di guarigione.

Calma le passioni, le emozioni violente e la rabbia, ed è perciò adatta alle persone che hanno la “testa calda”. È bene usarla, abbinata ad una respirazione lenta e profonda, per rilassarsi e calmare la collera. Favorisce il sonno ed il vivido ricordo dei sogni, protegge dagli incubi. Si consiglia di tenerne una sotto il cuscino per godere di un riposo ristoratore e tranquillo.
Secondo gli esperti dei cristalli, l'ametista sarebbe ottima per attenuare i disturbi dovuti agli eccessi di alcol.

Si può portare come ciondolo, anello o altro monile. Durante la meditazione è bene posarla sul 6°chakra. È utile infine per armonizzare e proteggere un ambiente, o addirittura tutta la casa, ponendola nei quattro angoli di una stanza o del perimetro dell’abitazione. Indispensabile per i terapeuti in quanto pietra di protezione, da indossare durante il lavoro, o per armonizzare la stanza dove si effettuano i trattamenti e creare uno spazio adatto alla guarigione. Le druse di questo minerale sono ottime per purificare e donare energia agli ambienti.
Si purifica sotto l’acqua corrente, si ricarica ai raggi indiretti del sole.


Energia: ricettiva
Pianeta: Giove, Nettuno
Divinità: Bacco, Dionisio, Diana

Ametista: elemento
Acqua : l’elemento acqua riguarda la sfera delle emozioni e della femminilità (amore, guarigione, compassione, riconciliazione, pace, sonno, sogni e sensitività).

Ametista: chakra
Sesto chakra Ajna (“Fronte o Terzo Occhio”) e settimo chakra Sahasrara (“Corona”)

Ametista: mitologia
Il nome "ametista" proviene dal greco antico amethystos e significa "colui che non si ubriaca". Infatti, già a quei tempi era nota per la sua capacità di favorire la lucidità mentale e si utilizzava nelle feste dedicate a Bacco per il suo potere di mantenere sobrio chi la teneva con sé.
Ai tempi dei Greci e dei Romani anelli di bronzo con un’ametista erano considerati antidoti contro il male.
Durante il Medio Evo, l'Ametista era più cara del diamante ed era utilizzata dall'alto clero e dalla nobiltà, nell'anello dei cardinali, dei re, dei duchi come simbolo di potere assoluto poiché chi conosceva lo spirito poteva dominare anche la materia.

Fonti: dai libri
"Enciclopedia delle pietre magiche" di Scott Cunningham
"La cristalloterapia" di D.Secchi e J.Ciaccio