Z - come Zoolatria
Nei vari culti come anche in Grecia ci sono figure che intraprendono questo percorso, come ad esempio le "Sirene" , e in tante altre culture, ma forse ritroviamo questa caratterista più pronunciata nelle culture Egizie.
La tradizione religiosa più antica dell'Egitto, prima dell'unificazione, quando le popolazioni erano frammentate in tante tribù, era incentrata sull'adorazione di animali totemici come il coccodrillo, l'ibis, lo scarabeo e tanti altri. Le varie tribù avevano le proprie divinità legate al ciclo della natura, ognuna con i propri totem e i propri feticci. In questo periodo è la zoolatria il carattere prevalente della religione: gli dei sono rappresentati come animali, e gli animali stessi sono adorati e divinizzati.
Dopo l'unificazione, il carattere antropomorfico delle divinità si fonde con quello zoolatrico: gli dei sono per lo più raffigurati come ibridi di figure umane dalla testa animale.
Queste rappresentazioni mostruose, nel senso soprannaturale del termine, non sono collegate a connotazioni negative.
La produzione mitologica di figure umane incrociate con elementi ferini è molto antica e molto diffusa in innumerevoli popolazioni. Di solito l'elemento ferino conferisce alla figura umana la forza, l'agilità, l'astuzia, l'abilità attribuite di volta in volta all'animale. Quest'ultimo, in questo modo, se inizialmente era adorato così come si presentava in natura, successivamente viene innestato su una figura umana e in questo modo esaltato al massimo grado come vera e propria divinità.
Non tutte le divinità egizie avevano queste caratteristiche, spesso erano legate ad elementi naturali come il Sole, la Luna, il Nilo e così via, in ogni caso la commistione di elementi umani e animali nella rappresentazione religiosa rimane il carattere prevalente.
Tra gli dei più celebri e diffusi si possono ricordare la vacca Hator, raffigurata come una donna dalle orecchie di vacca, o con le corna. Thoth, il dio lunare, era raffigurato con la testa di ibis, inventore dei geroglifici e protettore dei testi magici e della sapienza. Anubi, figlio di Iside e di Osiride, dio e guida dei morti, nell'iconografia è rappresentato da una figura umana con la testa di sciacallo. Bast (o Bastet) era raffigurata con corpo di donna e testa felina, adorata come leonessa durante l'Antico Regno e, successivamente, come gatta. Durante la XXII dinastia fu elevata a divinità suprema ed ebbe il suo centro di culto nella città di Bubasti dove le venivano offerte numerose statuette bronzee a forma di gatta. Questo animale a lei sacro era tra i prediletti degli Egizi e dopo la morte veniva spesso sepolto con onore e talvolta posto in un sarcofago. Bes era una divinità minore raffigurata con le fattezze di un nano e con il volto scimmiesco, che proteggeva le nozze e la nascita ed era anche il tutore della musica e della danza.
C'erano poi i demoni che erano situati a un livello gerarchico inferiore rispetto a quello delle divinità ed erano ugualmente rappresentati con tratti animaleschi. Ammut, per esempio, era raffigurato come un incrocio tra un leone ed un ippopotamo e sbranava i defunti che venivano riconosciuti colpevoli nel tribunale dell'oltretomba.
Infine, a proposito delle commistioni tra uomini e animali, non si può fare a meno di ricordare la sfinge, creatura di sesso maschile con corpo leonino e testa umana. Nell'Antico Regno era spesso raffigurata con il volto del faraone di cui impersonificava la forza e la potenza. Erette per lo più nelle vicinanze dei templi, delle tombe e dei palazzi, spesso in lunghe file che costeggiavano le strade di accesso, le sfingi avevano la funzione di custodire e proteggere questi edifici. La più famosa è la gigantesca sfinge presso le piramidi di Giza, alta 20 metri e lunga poco più di 73.
Fonti:
Treccani
Antonio Zoppetti
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