giovedì 13 settembre 2012

Modern Witch League 5#: Alfabeto di strega:


D - come Dimensione Onirica

tavole di Voider Sun




“siamo fatti della materia di cui sono fatti i sogni" costruiti con quel minimo soffio di vita che dura l'arco di una notte - di una vita? - e poi svanisce ai raggi del sole mattutino”

(W. Shakespeare)



Introduzione

"E discendono ancor lungo il ruscello

luminosi nella luce dorata.

La vita, che cos'è

se non un sogno?"

Così Lewis Carroll chiude il più fantastico dei sogni, il viaggio di Alice nel paese delle meraviglie, vale a dire nel regno dell'immaginario, nei meandri dell'inconscio dove passato, presente e futuro coincidono.

Ogni individuo passa un terzo della propria vita dormendo, stato che non è prerogativa della specie umana (tutti gli esseri del regno animale sono infatti soggetti e obbligati al sonno), sebbene l'uomo sia il solo d interrogarsi a questo proposito. In effetti, sin dai tempi antichi l'essere umano ha cominciato a chiedersi quale fosse il significato del sonno, dando risposte diverse nel corso dei tempi e ancor oggi molteplici.
Esistono due correnti di opinione molto diffuse sul sonno. C'è chi vive la fase del sonno come una paralisi di tutte le attività e considera quindi il dormire come tempo irrimediabilmente perso. Queste persone adottano, nel migliore dei casi, un atteggiamento di rassegnazione e accettano tale periodo di inattività come un momento necessario per il recupero delle forze. Per chi invece crede di aver trovato un senso al fatto di dover dormire, il sonno costituisce un terreno sconosciuto e affascinante: è, infatti sorprendente che la mente, durante il sonno, possa lavorare ed immaginare senza alcun intrvento della volontà.

Che cos'è il sonno?

E' in genere largamente diffusa l'opinione che durante il sonno cessino tutte le attività dell'organismo, comprese le funzioni cerebrali. Questa idea è completamente errata e in contrasto con i risultati ottenuti dalle più recenti ricerche scientifiche.

Attualmente infatti la scienza interpreta il dormire non come una fase di paralisi o inattività, ma come un processo di grande dinamismo cerebrale determinato da leggi e regole ben precise.

Per quanto riguarda la finalità del sonno, atto involontario e inevitabil, sono state proposte, nell'arco della storia, due spiegazioni fondamentali delle quali una esclude l'altra. La prima interpreta il sonno come recupero e riparazione, ossia come una fase in cui si rigenerano le fibre organiche, si ristabiliscono i livelli ormonali... La seconda vede nel riposo la possibilità dell’organismo e della psiche di riprendersi dalle fatiche, di eliminare le tensioni accumulate durante la giornata, di risparmiare e di immagazzinare energia.

Entrambe le teorie non sono confermate dai fatti: i processi di rigenerazione fisiologica più importanti, quali per esempio la sintesi delle proteine diminuiscono durante il sonno. Per la scienza il sonno è la comparsa periodica di fasi di apparente inattività durante le quali si assume un atteggiamento specifico e molto caratteristico e in cui la ricettività agli stimoli viene notevolmente indebolita. A queste manifestazioni esterne, osservabili da chiunque, la ricerca scientifica più recente ha aggiunto ulteriori indicazioni, rilevando che a tali fasi corrisponde un tipo di attività cerebrale molto concreta misurabile elettricamente tramite elettroencefalogramma (EEG).

Come si può facilmente comprendere le ricerche e gli studi sul sonno presentano numerose difficoltà. Non si può infatti interrogare il soggetto che dorme poichè nello stato in cui si trova non è in grado di rispondere e al suo risveglio non ricorda quasi nulla. Molti esperimenti, di facile realizzazione quando il soggetto è sveglio, sono pressochè impossibili durante il sonno. Innanzitutto, per poter dormire sono necessarie particolari condizioni ambientali di luce, suono, movimento... che devono essere rispettate se si vuole evitare che il sonno venga interrotto. Nonostante tali difficoltà le scoperte compiute in questi ultimi anni sono notevoli e tutto grazie al metodo dell'elettroencefalografia.

L'elettroencefalogramma capta, amplifica e registra graficamente tutte le impercettibili tensioni elettriche, prodotto dell'attività cerebrale. L'EEG non può naturalmente rivelare che cose il cervello stia pensando, ma è in grado di dirci se sta lavorando, in che modo lo sta facendo, quali sono le zone interessate e qual è il loro grado di attivazione. Nel registro grafico l'ago indicatore sale in base alle piccole scariche. In questo modo l'altezza del grafico ci rivela la potenza dell'attività, mentre orizzontalmente la quantità di onde registrate ci dà la rapidità con cui le tensioni compaiono e scompaiono.

Dormendo si ripetono continuamente periodi in cui il sonno varia. Uno di questi studi è talmente particolare che alcuni ricercatori non lo considerano sonno vero e proprio, ma neppure veglia, ipotizzando un ulterione stadio della coscienza in cui si svolge l'attività onirica, ossia i sogni.

Dal momento che i diversi tipi di EEG si succedono con regolarità, è possibile affermare che il sonno ha uno svolgimento ciclico: una volta addormentatosi, il soggetto si immerge nel sonno più profondo, passando rapidamente attraverso i vari livelli; in seguito entra, senza interrompere il sonno, in uno stadio successivo caratterizzato da un EEG simile a quello di un individuo sveglio e attento, identificabile dal rapido movimento degli occhi. E' questo il momento in cui si sogna. Successivamente tutto il ciclo si ripete, fino ad un totale che va da 4 a 6 volte per notte, con una durata approssimativa di circa 90 minuti per ciascuno. Lo stadio del sonno caratterizzato da un EEG molto attivo, da movimenti oculari e dalla produzione dei sogni, fu designato da William Dement. Da quel momento il sonno fu suddiviso in fasi REM e fasi NOREM. Poichè durante il sonno REM si produce un EEG molto simile a quello registrabile in condizioni di attenzione senza però che il soggetto si svegli, questo stadio viene anche definito pseudosonno. E' stato provato che sia nell'uomo che negli altri mammiferi queste fasi del sonno si succedono le une alle altre in cicli che si completano con il sonno REM: nel sonno abbiamo il verificarsi di una fase REM ogni quattro fasi NOREM. I periodi REM quindi occupanno il venti pr cento di tutto il sonno.

I secondo stadio invece occupa quasi la metà di tutto il periodo di sonno, ma nonostante ciò se ne sa molto poco. La prima fase REM della durata di circa 10 minuti è la più breve, mentre le successive durano tra i 20 e i 40 minuti.

Gli attuali metodi di ricerca non si basano unicamente sul registro grafico dell'elettroencefalogramma e sui movimenti oculari (EOG) ma comprendono anche la registrazione del tono muscolare (EMG), dei movimnti del corpo, del ritmo respiratorio, del polso e della temperatura. Il grafico risultante da tutte queste misurazione prende il nome di poligramma del sonno.

Il sonno REM è caratterizzato da un EEG estremamente attivo (simile a quello della veglia), da rapidi movimenti oculari, dalla produzione di sogni e dalla perdita assoluta del tono muscolare, ossia della capacità di movimento.

Il tono muscolare che si mantiene più o meno stabile durante la veglia e tutte le fasi del sonno NOREM, sembra aumentare poco prima della fase REM provocando ampi movimenti corporei per poi scomparire del tutto quando la fase REM è ormai incominciata. Tutto questo avviene probabilmente per impedire che l'individuo, dormendo, metta in atto i propri sogni e corra di conseguenza seri pericoli.

Non sempre si sogna durante la fase REM nè l'attività onirica si limita a questo periodo anche se durante il sonno NOREM si producono esperienze proprie della coscienza.

Circa il 60 per cento del sonno NOREM viene occupato da processi della coscienza simili a ragionamenti che si esprimono in idee e pensieri. Nel sonno REM invece l'80 per cento consiste in attività onirica plasmata in immagini mentre il rimanente 20 per cento è vuoto.

Il cervello e i sogni

Dato che i sogni si esprimono attraverso immagini e l'emisfero cerebrale incaricato della loro elaborazione è quello destro, si è affermata l'idea che i sogni risiedano in questa parte del cervello. I due emisferi cerebrali sono identici solo in apparenza, mentre nella realtà esiste una certa ripartizione delle funzioni. Ciuascuno dei due emisferi è responsabile del lato opposto del corpo. l'emisfero sinistro, sede del linguaggio funziona simbolicamente e logicamente, mentre la parte destra funziona per mezzo di immagini. Al di là di questa distribuzione delle funzioni, esiste normalmente uno scambio costante tra le due metà dell'encefalo (attraverso il corpo calloso) in modo che ciascuna si occupi dei problemi che è in grado di risolvere meglio l'altra. Dall' EEG risulta che all'inizio delle fasi REM l'attività elettrica del cervello, fino a questo momento maggiore nell'emisfero sinistro, si sposti verso la parte destra. Esiste il caso di persone affette da lesioni nell'emisfero destro che, logicamente, perdono la capacità di effettuare rappresentazioni grafiche. In tali casi risulta anche l'impossibilità di sognare.Durante il sonno NOREM invece l'attività cerebrale si sposta prevalentemente nell'emisfero sinistro del cervello. Tutto questo spiegherebbe come l'attività onirica NOREM sia tanto simile al pensiero, mentre, durante le fasi REM, i sogni siano così fantasiosi e si presentino in immagini. Il passaggio da un tipo di sogno all'altro presuppone quindi un cambiamento di emisfero cerebrale.

Interpretazioni dal mondo antico a quello cristiano (IV dC)

Nel mondo antico l’importanza data ai sogni era molto grande, perchè essi erano interpretati come veicolo di comunicazione con la divinità non solo nel mondo pagano, ma anche nella letteratura biblica. Nelle culture animiste primitive (e ancora oggi in alcune tribù) si davano due spiegazioni al fatto di sognare, entrambe derivanti dall’idea che il corpo dominasse le esperinze durante la veglia, mentre la notte era il regno dell’anima. Secondo la prima teoria, lo spirito del dormiente riceveva una visita di dei o di altri spiriti, i quali gli comunicavano qualcosa in un linguaggio non facilmente coprensibile e che richiedeva quindi l’interpretazione di un esperto o di un saggio. La seconda teoria sosteneva, invece, che fosse l’anima stessa ad abbandonare il corpo durante il sonno, avendo la facoltà di viaggiare liberamente. E’ su questa teoria che si basa la credenza di diverse culture, principalmente orientali, secondo la quale non si deve mai svegliare chi sta dormendo per evitare che l’anima abbia problemi nel ritrovare la strada del ritorno.

I greci onoravano ben tre divinità preposte al sonno: Morfeo, che faceva apparire in sogno le figure umane, Fantasio, i vegetali e i paesaggi, Fobetore, gli animali, tutti figli di Ipnos, il sonno, e della notte.

Secondo un’antichissima tradizione, molto diffusa anche in Egitto, si sceglieva per dormire un luogo specifico dove, dopo aver adempiuto a specifiche prescrizioni spirituali, si incubavano sogni profetici e terapeutici. L’anima, liberata dal corpo durante il sonno, entrava allora in contatto con la volontà divina e si faceva ricettrice dei suoi dettami. In genere dai sogni ci si aspettava soluzioni, consigli, informazioni sul futuro, indicazioni per curare le malattie.

Il contenuto dei sogni veniva considerato un messaggio cifrato da decodificare e a questo scopo si scrivavano dizionari con la chiave di lettura per decifrare i sogni. Il primo lavoro di questo tipo fu il dizionario compilato da Artemidoro di Dadi vissuto ad Efeso nel II secolo dC. Secondo questo esistevano due categorie di sogni: quelli mantici e quelli comuni. Quelli comuni esprimevano sensazioni fisiche e desideri o timori diurni, per cui nn vi era alcuna necessità di interpretazione.

I sogni mantici invece, erano tutti quelli attraverso i quali era possibile predire il futuro e che erano cifrati richiedendo quindi un interpretazione.

Gli apologisti greci del II secolo avevano avvertito il pericolo insito nell’importanza data ai sogni dalla mentalità comune (possibilità di interpretazioni soggettive e di deviazioni ereticali) e avevano dimostrato differenza versi di essi.

Gerolamo in particolare aderisce alla mentalità comune rimanendo impressionato da un sogno che gli cambierà il modo di vivere rinunciando la lettura di scrittori pagani. In questo caso quindi il sogno mette in comunicazione Gerolamo con la divinità suprema per correggere un comportamento errato e portarlo così sulla retta via. Un sogno rivelatore provocato da una terribile febbre che lo porrà al confine tra vita e morte, terra e cielo, e solo il pentimento e la fiducia in Dio lo porteranno alla salvezza.

"Fornirò la prova dell'esistenza di una tecnica psicologica che permette di interpretare i sogni e dimostrerò che utilizzando questo metodo ogni sogno si rivela essere una formazione psichica dotata di senso che può essere inserita in un luogo ben preciso dell'attività psichica della veglia".

Così Freud apre quello che sarà l'opera più famosa ed importante da lui mai pubblicata: l'interpretazione dei sogni (1899), con la quale getterà i fondamenti dello studio di quell'incredibile fenomeno psichico quale è l'attività onirica, di coglierne l'importanza, di capire, come dirà lui in seguito, che "il sogno è la strada maestra che conduce alla conoscenza dell'inconscio" e la quale conoscenza è dunque imprescindibile.

Fonti:
nevertoolatemag
trucheck
Vari appunti dal web

Documento di Daphne


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